giovedì 22 settembre 2011

Nel blues dipinto di blues

Ricordo chiaramente la prima voce della quale mi sono innamorato. Era quella di una ragazza molto carina, non certo il paradigma della femminilità ma allo stesso tempo dolce a dispetto della sua prorompenza. E, appunto, aveva quella voce particolare: di tono basso, leggermente roca, ma stranamente armoniosa nel suo scorrere costante, con rari acuti quando le parole erano veicolo di risate. Probabilmente se mi sentisse parlare in questo modo della sua voce mi prenderebbe per matto, visto il tipo, ed infatti non le ho mai esternato il meritato complimento su questo particolare che tanto apprezzavo. Magari anche perchè le avrei prese, ma questo è un altro discorso.

Qualche anno dopo conobbi una sua cugina o che altro (le parentele, si sa, sono argomento lungo e complicato, specialmente nelle isole), ugualmente dal carattere scintillante, diversamente (ma non meno) carina, e con la voce simile, seppur votata ad una maggiore femminilità. Rischiai davvero di prendermi una cotta per lei, ma la mia timidezza mi precluse ogni tentativo, anche il più remoto. E pazienza.

Non mi rendevo ancora conto di quanto alcune ragazze potessero essere belle anche guardandole con gli occhi chiusi, ma lo avrei realizzato presto. All'incirca un paio di anni dopo, quando mi trovai davanti alla TV a guardare lei:


Che in sè e per sè non è niente male, anzi. Però non aveva niente in più rispetto a tante altre attrici, salvo due cose fondamentali: un personaggio pazzesco (vedere per credere) ed una doppiatrice che... beh, credo sia chiaro. Micaela Esdra, questo il nome della voce di Miss Parker. Una specie di colpo da ko arrivato dritto dall'altoparlante del mio televisore, una scarica capace di farmi provare vibrazioni che partono dal nocciolo dell'anima. Non ricordo bene quando mi ripresi, ma di sicuro sentirla parlare mi fece male, e mi aprì un orizzonte.

Per quanto cercassi, non riuscivo a trovare niente che le mie orecchie potessero gradire maggiormente. Musica, certo, era la soluzione più logica, ma nonostante certe cantanti (famose e non) riuscissero a darmi sensazioni dense e profonde, mi ritrovavo ogni volta a cercare quella frequenza, quella tonalità, quel feeling che mi avrebbero tolto il fiato ancora una volta. Finchè non sentii questa:


Una donna con una voce blues così dovrebbe essere trattata alla stregua di una divinità. Punto.

mercoledì 21 settembre 2011

Cinque odori del mio pony

Ci sono cinque post nelle bozze, che il signore o chi per lui benedica blogger e chi l'ha creato. Ovviamente dovrò finirne almeno uno in tempo decente, ma ora ho la testa intasata da una serie di fesserie tra cui il video qui sotto. Abbiate pazienza con me e ricordatevi che non vi faccio pagare per leggere.


canzone iraniana italianizzata Cinque odori del... di giotelamon

lunedì 12 settembre 2011

L'incubo nel cassetto

I sogni, si sa, stanno nel cassetto. Quello più in alto, di solito, dove tengo l'aspirina, i fazzoletti, il lettore mp3 e le altre cose che devo avere sempre a portata di mano. I sogni stanno lì, adagiati sul fondo, ordinati e lucenti come tasselli di un mosaico, solo che hanno la faccina kawaii disegnata sopra, un'aura di luce lieve che li circonda, e generalmente poca voglia di uscire da lì se non per pochi minuti.
E gli incubi dove stanno? Ovviamente nel cassetto subito sotto, quello dove tengo i caricabatterie per intenderci. Tutti sparsi, con un aspetto del tutto simile a Domo Kun, non stanno fermi neanche un secondo ed hanno una fastidiosa abitudine: quella di appendersi al cassetto dei sogni tutte le volte che lo apro, e sgusciare fuori a mia insaputa. Così, mentre cerco nel fondo del primo cassetto un sogno al quale voglio far prendere aria, qualcuno di questi critters famelici salta giù sul pavimento ed inizia a scappare in giro per casa. Per quanto potente sia la mia scopa elettrica, andarlo a stanare non è facile. E mi devo ritirare a letto sconfitto, ma proprio in quel momento l'incubo si insinua sotto il mio cuscino ed inizia a rumoreggiare nelle mie orecchie. Va a finire che dormo poco e mi sveglio male, mentre il sogno che avevo tirato fuori e poggiato con tanta cura sul tavolo delle cose da fare è tornato impaurito nel suo cassetto, per paura che gli incubi che ho lasciato incautamente scappare lo possano trovare e compiere atti di bullismo su di lui (Ornano docet).
Tra le soluzioni possibili che ho studiato finora per porre rimedio a questo fastidioso inconveniente, le uniche che non ho scartato sono:
- Gabbietta tipo Titti per portare a spasso i sogni;
- Concepimento (o si comprano?) di un sogno particolarmente grosso e incazzoso che faccia da guardia del corpo agli altri;
- Trappola per incubi, ricavata da una vecchia riproduzione giocattolo dell'apparecchiatura dei Ghostbusters unita ad una considerevole dose di aglio e collante per pavimenti.

Sono gradite opinioni al riguardo nonchè soluzioni alternative alle tre citate (che mi sembrano tutto sommato valide, eh).

sabato 10 settembre 2011

Esco dal mio corpo e ho molta paura

Sembra che l'astrazione, da non confondersi con la ben più fastidiosa ostruzione, sia il modo migliore (se non l'unico) per analizzare a fondo i propri problemi. Detto in parole povere, esci dal tuo corpo, guardati dal di fuori, e sputati in faccia. Ne avevo già parlato brevemente nel vecchio blog, ma il discorso si era perso in cazzate, il che non giova.

Dunque cos'è astrarsi? E' bloccare la propria vita per un breve lasso di tempo e rendersi conto di quello che si sta facendo e del modo in cui si è arrivati a farlo. Nel modo più asettico e imparziale, possibilmente. Come se girandoci di scatto molto velocemente riuscissimo a sorprenderci dietro alle nostre spalle. E' un concetto che fa venire mal di testa, vero? Benissimo. Questo post vi è offerto da Moment Act.

Tornando a noi, o meglio a me, è incredibile il numero di cazzate che ho fatto dal maggio del 2009 a ieri sera, e se vi state chiedendo perchè inizio a contarle da quel mese, è presto detto: quella è stata l'ultima occasione in cui il mio pensiero correva così veloce che ha lasciato il corpo indietro, e preoccupandosi perchè ormai era ora di cena e non lo vedeva più, è uscito a cercarlo. Ovviamente lo stronzo era al bar a piangere sul latte versato, mentre il barista disperatamente asciugava il bancone diventato ormai bianco. Al che il pensiero si è avvicinato al corpo e gli ha messo amichevolmente la mano su un braccio. Dopodichè ha iniziato a stritolarglielo fortissimo dicendo semplicemente: "Tu non hai capito chi comanda qui". Quando si dice la forza della mente.

La morale, ammesso che una ce ne debba essere, è che ad un certo punto si deve avere il coraggio di dire "emmòbbastaveramenteperò". Oggi ad esempio è il giorno buono, anche perchè sento il braccio che viene stritolato MOLTO forte.


Spaciale Cinema - Mobbasta veramente però -... di CAPICOLLO2

venerdì 9 settembre 2011

Cambiare aria, senza aprire finestre.

C'era bisogno di cambiare aria. Per motivi tecnici ma anche no, il blog che è stato per tanti anni la mia casa viene lasciato vuoto per qualche tempo, finchè non sarà ora di chiuderlo definitivamente.
La vita è un po' così in fondo, stai in un posto finchè non arriva il momento in cui non lo senti più tuo, o non ci sono più i presupposti per rimanerci.
Non sono mai stato persona da cambiamenti ponderati e progressivi, ma piuttosto da strappi e inversioni di tendenza improvvise e inaspettate. Questo cambio di blog non fa eccezione.
Quei pochi lettori che avevo probabilmente saranno anche meno adesso, ma non importa: quello che conta ora è sentire queste pagine più mie di quanto non lo fossero quelle che abbandono. Sarà anche un modo per migliorare, come scrittore e come uomo.
O almeno questo è ciò che ognuno si augura dopo un grande cambiamento.
"Nues in sa malaitta die", letteralmente "nuvole nel giorno maledetto", è un piccolo verso di una canzone dei Tazenda, intitolata "Mamoiada", che parla di questo affascinante paese dell'entroterra sardo spesso affetto da faide che ne turbano la quiete. Queste righe saranno paragonabili a nuvole, a pensieri che anzichè illuminare tolgono la luce e lasciano spazio ad una pioggia di dubbi.
Se volete risposte, il blog del santone è due porte più avanti.